Il formato verticale della tavola raffigurante san Paolo, insieme al suo pendant con san Pietro, permette la rappresentazione a figura intera del santo, il cui aspetto imponente, quasi monumentale, risalta contro lo sfondo dai toni bruni e uniformi.
San Paolo, connotato da una folta barba bianca, sembra appoggiarsi alla spada del martirio, reggendo sul ginocchio sollevato un grande libro aperto. Coperto da un ampio mantello rosso acceso, egli volge lo sguardo distante, verso sinistra, forse all’interno di un gioco di corrispondenze scenografiche, create per il contesto originario, secondo il gusto barocco.
La tavola, custodita nella chiesa di San Daniele a Padova, proviene dalla chiesa di Sant’Agostino, demolita durante le soppressioni napoleoniche. Si tratta di un’opera di singolare interesse, di cui la critica novecentesca non ha mancato di sottolineare la peculiarità stilistica, caratterizzata dall’audacia cromatica e chiaroscurale della pennellata veloce.
Il dipinto va quindi inserito nel catalogo maturo di Langetti, nel momento in cui l’artista elaborava un linguaggio pittorico sempre più incline al naturalismo, appreso da Ribera. Componente che veniva qui fusa con una nota coloristica assai vivace, per un risultato di grande originalità.
Il restauro ha interessato la superficie pittorica e il supporto. Una prima fase, infatti, è consistita nella sverniciatura e nell’asportazione dei vecchi restauri, che ostacolavano la lettura cromatica del testo pittorico. In seguito sono state eliminate le stuccature con il mezzo meccanico del bisturi, recuperando così vaste zone del film pittorico originale. Si è poi proceduto con un’operazione di fissaggio della materia cromatica e di rintelo. Il dipinto è stato quindi fornito di un nuovo telaio con dilatatori per controllarne l’apertura.
L’intervento si è concluso con la pulitura, l’integrazione pittorica (limitata alle parti mancanti, non intervenendo nelle zone originali) e la stesura della vernice protettiva.
Redazione Restituzioni