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    Torna a Restituzioni 2018

    Pianeta in velluto operato con croce e colonna a ricamo

    Data: metà del XV secolo (tessuto principale) metà del XV secolo (croce e colonna) XV secolo con rimaneggiamenti nel XVIII secolo (confezione)
    Artista: Manifattura italiana (tessuto principale) Manifattura spagnola o italiana ? (croce e colonna)
    Tecnica/Materiale: tessuto principale della pianeta: velluto operato tagliato, un corpo; fondo in raso prodotto dall’ordito di fondo (organzino di seta, cremisi) e dalla trama di fondo (seta, STA, giallo crema); opera per effetto di un ordito di pelo (seta, cremisi) tagliato ad una altezza croce e colonna: ricamo su tela di lino con figure di Santi ad applicazione, realizzato in seta policroma, filato metallico e cordonetti di lino, fermati a punto steso e punto raso; fodera in tela di lino cerata rosa; galloni con motivi a zig-zag in seta gialla e oro filato su accia di seta beige  
    Dimensioni: fronte: alt. 110 cm, lungh. max 63 cm retro: alt. 110 cm, lungh. max 72 cm rapporto di disegno del velluto: alt. 58 cm, lungh non rilevabile (ricostruibile a 58 cm ca, ossia l’altezza della pezza) gallone: lungh. 2,5 cm
    Provenienza: lascito Giulio Franchetti (1906)
    Collocazione: Firenze, Museo Nazionale del Bargello (inv. 91 F)
    Edizione Restituzioni: 2018
    Autore scheda in catalogo: Maria Ludovica Rosati
    Restauro: Martina Panuccio (Millefleurs di Martina Panuccio Conservazione e restauro Arazzi, tappeti e tessuti, Firenze); con la direzione di Ilaria Ciseri (direttore Museo Nazionale del Bargello, Firenze)
    Ente di Tutela: Museo Nazionale del Bargello

    Opera restaurata da Martina Panuccio (Millefleurs di Martina Panuccio Conservazione e Restauro Arazzi, Tappeti e Tessuti, Firenze)

    con la direzione di Ilaria Ciseri (Museo Nazionale del Bargello, Firenze)

    Scheda breve

    La pianeta è composta da numerosi frammenti e il suo aspetto attuale è evidentemente frutto di rimaneggiamenti. Il restauro realizzato in occasione di Restituzioni ha permesso un’attenta mappatura della sua confezione e sono emersi alcuni aspetti inediti sulle vicende del manufatto prima del suo ingresso al museo.

    I principali materiali utilizzati in questa veste liturgica risalgono al XV secolo. Il tessuto della pianeta è uno splendido esemplare di velluto ‘a inferriata’, che l’intervento conservativo ha potuto restituire nella sua originaria ricchezza tridimensionale e densità tattile e cromatica. L’invenzione di questa soluzione pare debba essere attribuita ai tessitori di Venezia, dove fin dal principio del Quattrocento si realizzavano zetani avvellutati, ossia velluti a fondo raso. Ciò nonostante il successo della tipologia fu tale che presto anche altre manifatture tessili italiane si dedicarono alla produzione di questi velluti con esiti pressoché identici a quelli realizzati in laguna. Lo stesso problema attributivo si ha per il ricamo della croce e della colonna, dove sono raffigurati Santi a figura intera sotto arcate e Santi a mezzobusto nei due riquadri del braccio corto della croce. L’impianto compositivo e la tecnica di esecuzione del ricamo rimandano a soluzioni quattrocentesche, ma, ancora una volta è difficile stabilire in quale centro sia stato prodotto il manufatto.

    Nella pianeta del Bargello le arcate trilobate a sesto acuto si richiamano ancora a forme tardogotiche ed è assente quella complessità architettonica con cupole e sovrastrutture, visibile negli esemplari della seconda metà del Quattrocento e di primo Cinquecento. Una fattura italiana, forse in ambito veneziano, può essere suggerita dal confronto con le arcate fiorite del piviale di San Pietro dipinto nel trittico di San Domenico di Carlo Crivelli (1482). Tuttavia, simili strutture e ancor più vicine terminazioni fitomorfe delle arcate ricorrono frequentemente anche nei ricami del secondo Quattrocento di ambito spagnolo, fortemente condizionati nelle tecniche di ricamo tridimensionale e nelle ornamentazioni sovrabbondanti dalle coeve soluzioni fiamminghe. La combinazione di velluto e ricami è tipica dei parati quattrocenteschi, ma la pianeta del Bargello ha subito numerose modifiche per adattarla al cambiamento delle fogge liturgiche nel corso dei secoli e per continuare a utilizzare le parti sane dei preziosi tessuti, salvando le zone integre da quelle irrimediabilmente deteriorate. In primo luogo il velluto ‘a inferriata’ è stato decorato con motivi vegetali tono su tono di chiaro gusto settecentesco, mediante un procedimento di impressione a caldo con mangani che simulava l’effetto del pelo tagliato a diverse altezze, operando però direttamente sulla pezza finita. Tali motivi non rispettano l’orientamento del decoro originario e la loro aggiunta risale probabilmente alla stessa epoca in cui la veste è stata smontata e ricomposta nella foggia attuale, inserendovi anche la fodera di lino e il gallone dorato, entrambi di fattura settecentesca.

    In questo nuovo assemblaggio il ricamo è stato manomesso, tagliando alcuni riquadri per adeguarli alle nuove misure e probabilmente invertendo la posizione della croce e della colonna. Il rimaneggiamento complessivo è visibile anche nel mosaico di frammenti di velluto nella parte inferiore della pianeta; sul retro appare anche una lunga cucitura sagomata che plausibilmente seguiva il profilo originario della veste. Proprio l’attuale retro, inoltre, costituito dai due teli più grandi, doveva essere in origine la parte anteriore del manufatto. Con il cambiamento della foggia, poiché nella nuova parte anteriore era necessaria una minor quantità di stoffa, si è probabilmente preferito destinare al retro di maggior superficie i pezzi meglio conservati e utilizzare gli altri frammenti recuperati sul dritto, sacrificandone il corretto orientamento della decorazione.

    Le fasi del restauro

    Prima
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Prima

    Prima del restauro, fronte

    Prima del restauro, retro

    Prima del restauro, particolare della fodera del fronte

    Prima del restauro, Pianeta n. 91 F, retro della pianeta con porzioni dello stesso velluto operato, inserite a chiudere parti di zone mancanti

    Prima del restauro, Pianeta n. 91 F, particolare dell’angolo in basso a destra del fronte: in evidenza nei motivi disegnativi previsti senza vello le lacune dell’intreccio di fondo e depositi cristallizzati di incerta natura

    Prima del restauro, Pianeta n. 91 F, particolare della croce con numerose slegature dei filati metallici dovuti alla decoesione del filo di cucitura

    Prima del restauro, Pianeta n. 91 F, particolare dell’area interessata dal restauro precedente compromessa da slegature dei filati metallici circostanti

    Prima, durante e dopo il restauro, Pianeta n. 91 F, particolare dei filati metallici riposizionati parallelamente fra loro

    Prima, durante e dopo il restauro, Pianeta n. 91 F, la stabilizzazione delle figure ricamate ha permesso il recupero di una loro migliore leggibilità

    Durante
    Durante

    Durante il restauro, Pianeta n. 91 F, pulitura meccanica tramite aspiratore a potenza regolabile

    Durante il restauro, Pianeta n. 91 F, particolare delle fibre costitutive reidratate con l’applicazione di membrana Gore-Tex®

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    Dopo il restauro, fronte

    Dopo il restauro, retro

    Dopo il restauro, particolare del gallone

    Dopo il restauro, particolare del ricamo della croce, San Girolamo

    Dopo il restauro, particolare dell'effetto dell'impressione sul velluto

    Dopo il restauro, particolare dell'effetto dell'impressione sul velluto

    Dopo il restauro, particolare della zona superiore della confezione

    Dopo il restauro, particolare della confezione dell'attuale colonna

    Dopo il restauro, particolare della confezione del lato destro

    Dopo il restauro, fronte, particolare della confezione del lato sinistro

    Dopo il restauro, fronte, particolare della confezione della zona inferiore

    Dopo il restauro, particolare del ricamo della croce, San Girolamo

    Dopo il restauro, particolare del ricamo della croce, San Gregorio

    Dopo il restauro, particolare del ricamo della croce, San Rocco

    Dopo il restauro, particolare del ricamo della croce, San Benedetto

    Approfondimenti

    Restituzioni 2018. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (guida cartacea)

    Restituzioni 2018

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Sette statue in bronzo dorato (San Francesco Saverio, San Filippo Neri, Sant’Isidoro Agricola, San Francesco d’Assisi, San Francesco Borgia, San Francesco di Sales, San Francesco di Paola)

    Ciro Ferri

    pittura

    La Trasfigurazione

    Giovanni Bellini

    scultura

    Lastra con Cristo in maestà tra angeli

    Scultore abruzzese

    arredi e suppellettili

    Pendola da muro

    Charles Lomet (attivo a Parigi fra il 1743 e il 1787) Ebanista parigino (metà del XVIII secolo)

    http://www.restituzioni.com
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