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    Torna a Restituzioni 2018

    Mantello cerimoniale Tupinambá

    Data: fine del XVI - inizio del XVII secolo
    Tecnica/Materiale: penne, piume, su rete a filet di fibre di cotone
    Dimensioni: 155 cm (altezza totale; alt. cappuccio 26 cm) x 41 cm (al collo del mantello) /140 cm (all’orlo inferiore)
    Provenienza: popolazione indigena dei Tupinambá (Brasile); principe Federico Landi; collezione Manfredo Settala; eredi Settala, inizio XVII secolo
    Collocazione: Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana (inv. 2605)
    Edizione: Restituzioni 2018
    Autore scheda in catalogo: Laura Paola Gnaccolini
    Restauro: Guia Rossignoli; con la direzione di Laura Paola Gnaccolini (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano)
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano

    Opera restaurata da Guia Rossignoli con la direzione di Laura Paola Gnaccolini (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano)

    Scheda breve

    Lo straordinario mantello, realizzato legando penne in prevalenza di Ibis rubra su una rete a filet di cotone, secondo una tecnica documentata nei secoli XVI e XVII presso le popolazioni Tupinambá, che occupavano la fascia litoranea atlantica tra la foce del Rio delle Amazzoni e lo stato di São Paulo, è giunto in Ambrosiana grazie al lascito della collezione del famoso naturalista Manfredo Settala, che a sua volta lo aveva ricevuto in dono dal principe Federico Landi, personaggio di un certo spicco sulla scena politica tra Sei e Settecento, legato all’imperatore Filippo III di Spagna.

    Presenta una forma triangolare ed è completo di cappuccio, che doveva concludersi in alto con un giro di penne gialle di Ara, oggi quasi completamente perduto; le stesse penne gialle marcavano anche l’orlo inferiore. Per la delicatezza dei materiali sono pochissimi i manufatti di questo genere giunti fino a noi e questo è l’unico che presenta un motivo geometrico sul dorso, probabilmente un uccello stilizzato, realizzato con penne azzurre e gialle di Ara.

    Prima del restauro realizzato nell’ambito di Restituzioni, a causa del degrado della rete, che mostrava già almeno due interventi piuttosto antichi, e dei problemi conservativi delle penne, soggette anche a un attacco biologico, il mantello non era esposto. L’identificazione del mantello come ‘mantello cerimoniale’ tupinambá si deve allo stesso Settala, che nella didascalia al prezioso (per noi) disegno fatto da lui realizzare per illustrare la sua ricchissima ed eterogenea collezione (oggi conservato presso la Biblioteca Estense di Modena) ne ricorda la provenienza Landi e ne suggerisce un collegamento con questa popolazione di indios del Brasile per confronto con i mantelli indossati durante una cerimonia rituale ritratti sul finire del XVI secolo in un’incisione di Theodor de Bry. Lo studio delle fonti di XVI-XVII secolo relative ai Tupinambá ha consentito, proprio in occasione del progetto Restituzioni, di proporre l’ipotesi che il mantello venisse utilizzato dal protagonista del cerimoniale più importante per la vita sociale di questa popolazione, che era un rito cannibalico, volto a ottenere per i guerrieri la possibilità di accedere dopo la morte a una mitica ‘Terra senza Male’, secondo le loro credenze.

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima
    Foto di Pino Zicarelli, Opificio delle Pietre Dure, Firenze - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Prima del restauro

    Foto di Pino Zicarelli, Opificio delle Pietre Dure, Firenze - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Prima del restauro, particolare delle penne del mantello

    Foto di Pino Zicarelli, Opificio delle Pietre Dure, Firenze - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Prima del restauro, particolare delle penne del mantello

    Foto di Pino Zicarelli, Opificio delle Pietre Dure, Firenze - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Prima del restauro, il cappuccio del mantello (prima della pulitura)

    Foto di Pino Zicarelli, Opificio delle Pietre Dure, Firenze - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Prima del restauro, particolare con penne, recto

    Durante
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    Durante
    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, particolari con penne della zona inferiore del manto dopo la pulitura

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, pulitura con laser

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, particolari con penne della zona inferiore del manto durante la pulitura

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, particolare di penna al SEM con particellato pulviscolare, ingrandimento 250x

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    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro. Zona sinistra e cappuccio alla fine della pulitura, zona destra prima della pulitura

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, verso dopo l’intervento di pulitura

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, particolari con penne della zona inferiore del manto, prima della pulitura

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, prove di pulitura con il laser infrarosso

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, penne di Ibis: prima della pulitura

    Foto di Guia Rossignoli - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Durante il restauro, penne di Ibis:durante la pulitura con il laser

    Dopo
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    Dopo
    Foto di Ottaviano Caruso - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Dopo il restauro, particolare delle penne del mantello (dopo la pulitura)

    Foto di Ottaviano Caruso - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Prima (a destra) e dopo (a sinistra) il restauro, particolare delle penne del mantello (prima e dopo la pulitura con il laser)

    Foto di Ottaviano Caruso - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Dopo il restauro, il cappuccio del mantello (dopo la pulitura)

    Foto di Ottaviano Caruso - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Dopo il restauro, particolare

    Foto di Ottaviano Caruso - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2018. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (guida cartacea)

    Restituzioni 2018

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (PDF online)

    Diario di viaggio

    Scheda dal catalogo

    Altre opere dell'edizione

    pittura

    Pitture murali della tomba di Henib

    corredo funerario

    Sarcofago antropoide di Unmontu

    scultura

    Tre stele daunie dal territorio della Capitanata (Stele maschile con armi, Due stele con ornamenti)

    scultura

    Testa maschile barbata, cosiddetta “Testa di Basilea”

    http://www.restituzioni.com
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