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    Torna a Restituzioni 1990

    Madonna con Bambino, san Michele e san Vittore

    Data: Inizio del sesto decennio del XVI secolo
    Artista: Pietro Marescalchi, detto Dalla Spada
    Nascita artista: Feltre 1522
    Morte artista: Feltre 1589
    Tecnica/Materiale: Olio su tela
    Dimensioni: 112 x 130 cm
    Provenienza: Ab origine
    Collocazione: Santa Giustina Bellunese (Belluno), chiesa di San Michele
    Edizione: Restituzioni 1990
    Autore scheda in catalogo: Giuliana Ericani
    Restauro: S. Biasiolo e A. Zattin
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto

    Tu sei il trono di Salomone Al quale nessun re fu mai pari Nel sapere e nelle ricchezze. (Adamo di San Vittore, Alla beata Maria) La Madre di Dio è Trono di Sapienza, secondo un’accreditata tradizione teologica. Nella pittura religiosa la metafora è stata tradotta in immagine con la nota formula della Vergine seduta su un seggio col Bambino: ad essa si ispira anche Pietro Marescalchi nella singolare pala per Santa Giustina Bellunese.

    Scheda breve

    La Vergine con il Bambino siede su un ampio trono marmoreo, dall’aspetto monumentale, che si staglia contro un cielo azzurro chiaro irradiato da un sottile fascio di luce. L’iconografia è quella tradizionale, incentrata sulla celebrazione di una maternità tutta particolare, dalla duplice natura umana e celeste. L’espressione seria dei volti, quasi mesta, riflette la consapevolezza di un futuro già scritto, come del resto suggerisce il libro chiuso stretto fra le mani della Vergine.

    A contemplare questa singolare scena, in una posizione del tutto privilegiata, sono ai lati i santi Michele Arcangelo e Vittore, accompagnati dagli attributi tradizionali: la bilancia e un demone schiacciato a terra per il primo, lo stendardo e la sottile palma del martirio per il secondo. Ai piedi del trono, vicino a un piccolo angelo accompagnato da una viola, si trova una sorta di cartiglio, dove forse un tempo si poteva leggere la firma dell’autore.

     

    Eseguito per la chiesa di San Michele a Santa Giustina Bellunese, dove tuttora è collocato, il dipinto è ricordato per la prima volta in una fonte del 1585, quando ancora l’opera appariva nelle sue originarie dimensioni. Nel 1602, il dipinto venne infatti adattato a un nuovo altare, subendo un notevole ridimensionamento (di circa 10 cm sul lato sinistro; di almeno 20 cm sulla parte alta e di circa 5 cm alla base) e, forse, un cambiamento di forma che comportò la riquadratura della parte alta, in origine terminante a lunetta (centina).

    Grazie all’ultimo restauro è stata confermata l’assegnazione della pala a Pietro Marescalchi, attribuzione che in passato è stata fonte di perplessità. Con le analisi stratigrafiche e del colore è stato infatti possibile riconoscere, nella scelta dei pigmenti e nelle modalità esecutive, la particolare tecnica pittorica dell’artista feltrino.

     

    Il dipinto presentava una pellicola pittorica gravemente alterata da ridipinture e abrasioni purtroppo molto estese. Si è dunque resa necessaria la rimozione delle diverse ridipinture, dove possibile, mantenendola invece nei punti in cui la pittura originaria risultava irrecuperabile.

    L'intervento è proceduto con un’operazione di rinfodero, al fine di migliorare l’adesione del colore al supporto e di eliminare rilevanti scompensi e ondulazioni della tela causate dalla mancata tensione. Si è quindi resa necessaria la sostituzione del vecchio telaio con uno nuovo, in legno di abete con trattatamento antitarlo e fornito di dilatatori per controllarne l’apertura.

    Il restauro si è concluso con l’integrazione pittorica, effettuata con colori a vernice e acquerello e con una stesura finale di vernice a scopo protettivo.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni '90

    Dodici opere restaurate, a cura di Fernando Rigon, Vicenza 1990

    Relazione di restauro

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    Corredo funerario

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