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    Torna a Restituzioni 2000

    La Flagellazione di Cristo

    Data: Inizi del XV secolo
    Artista: Manifattura inglese
    Tecnica/Materiale: Alabastro dipinto e dorato  
    Dimensioni: 38 x 24,5 cm
    Provenienza: Venezia, dalla demolita Chiesa di Santa Lucia (?)
    Collocazione: Venezia, Antisala della Pinacoteca del Seminario Patriarcale
    Edizione: Restituzioni 2000
    Autore scheda in catalogo: Fiorella Spadavecchia
    Restauro: Marina Nahabed
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Venezia

    Giungono nelle corti italiane del Quattrocento preziose opere in alabastro prodotte dall’arte nordica, con figure magre in moti scomposti; spigolose, pungenti, ammassate l’una sull’altra in breve spazio (Luigi Coletti)

    Scheda breve

    La formella è in alabastro, con parti dorate e dipinte, e raffigurala scena della Flagellazione di Cristo. Una colonna alta e sottile divide lo spazio in due parti, al centro compare Gesù e, ai lati, sono rappresentati quattro carnefici nell’atto di vibrare i colpi di flagello: i personaggi saturano lo spazio, relegando la componente naturalistica – un prato con piccoli fiori bianchi e rossi – a semplice elemento decorativo. 

     

    Le figure stipate nel riquadro si caratterizzano per l’espressionismo dei loro volti, per le forme snelle e spigolose, per la grande cura nella resa dell’abbigliamento, delle vesti e dei copricapo. Sono, questi, tratti tipici di una vasta produzione di polittici e sculture in alabastro di soggetto religioso, di provenienza nordica prevalentemente inglese, che conobbe una grande fortuna anche in Italia durante tutto il Quattrocento: è questo il contesto a cui è riconducibile la nostra Flagellazione. La ricchezza di intaglio, di dorature, l’uso di colori smaglianti associati alla naturale trasparenza dell’alabastro resero queste opere dei pezzi assai ricercati, destinati agli ambienti di corte.

    La formella doveva far parte di un polittico perduto, forse un altare mobile di devozione privata, in cui i riquadri si chiudono mediante cerniere metalliche sopra la parte centrale. Attualmente l’opera è conservata nel Seminario Patriarcale di Venezia, e proviene probabilmente dal patrimonio della chiesa veneziana di Santa Lucia, demolita tra il 1860 e il 1861.

     

    L’opera presentava una superficie assai scurita, per la presenza di uno spesso strato di polvere, di uno spesso strato bruno scuro (forse resina siliconica), e di una ridipintura sulla superficie del prato. Erano inoltre presenti stuccature, tracce di intonaco, fori, e la doratura era quasi completamente perduta. Il restauro, molto laborioso e complesso, ha rimesso in luce la qualità della materia e consolidato il pezzo. La rimozione delle vecchie incrostazioni di gesso e calce ha portato alla luce, sul bordo superiore, il profilo di una torre merlata dipinta. La pesante integrazione del volto di Cristo è stata rimossa.  

     

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro, particolare

    Prima del restauro

    Durante
    Durante

    Durante il restauro, particolare

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare

    Approfondimenti

    Restituzioni 2000

    Capolavori restaurati, a cura di Fernando Rigon, Vicenza 2000

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Due rilievi con putti reggenti le insegne di Saturno

    glittica

    Gruppo di gemme incise e cammei

    pittura

    Ancona di san Donato vescovo, adorato dal podestà di Murano Donato Memmo assieme alla moglie

    Marco e Paolo da Venezia (attribuito), con anonimo intagliatore (attivi nella prima metà del XIV secolo)

    pittura

    Storie di Virginia Romana

    Sandro Botticelli

    http://www.restituzioni.com
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