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    Torna a Restituzioni 1992

    Il Cristo della moneta

    Data: Quarto decennio del XVII secolo
    Artista: Bernardo Strozzi
    Nascita artista: Genova 1581
    Morte artista: Venezia 1644
    Tecnica/Materiale: Olio su tela
    Dimensioni: 150,5 x 229,5 cm
    Provenienza: Rovigo, Collezione Silvestri
    Collocazione: Rovigo, Pinacoteca del Seminario (presso Accademia dei Concordi)
    Edizione: Restituzioni 1992
    Autore scheda in catalogo: Donata Samadelli
    Restauro: Studio Emmebi di M. Beatrice Girotto
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto

    “Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli porsero un denaro. Ed egli domandò loro: “Di chi è questa effigie e questa iscrizione?” Gli risposero: “Di Cesare”. E Gesù disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio”. (Matteo, 22, 18-21)

    Scheda breve

    L’emblematico episodio del Tributo a Cesare, fondamentale per chiarire la natura spirituale della Chiesa di Cristo, viene rappresentato da Bernardo Strozzi con un taglio assai personale.

    L’artista sceglie infatti di presentare i protagonisti a mezza figura, conferendo all’immagine un carattere di forte impatto emotivo. Al centro Cristo, appoggiato di schiena a un banco, è colto nel momento in cui fugge il tranello escogitato dai farisei per farlo cadere in contraddizione. La figura profilata del vecchio fariseo che porge la moneta risalta per la concentrazione dello sguardo, fissato su quello di Cristo; il profilo di san Pietro, a sinistra, con la barba scura, è altrettanto notevole, per la tensione che sembra sprigionare. A coinvolgere lo spettatore nello spazio della storia sacra è un fanciullo riccamente vestito, posto nell’angolo a sinistra, in basso. Egli volge infatti lo sguardo all’esterno, catturando così l’attenzione di chi guarda.

     

     

    Parte della critica, in passato, aveva messo in discussione l’autografia del dipinto, indicato come copia da un prototipo, trattandosi di un tema fra i più noti e replicati (anche dalla stessa bottega) nel repertorio di Bernardo Strozzi. Tali dubbi, ora del tutto fugati, trovavano una motivazione nelle mediocri condizioni conservative del dipinto, sottoposto in passato a maldestri ritocchi e ridipinture. Il recupero delle lacche e dell’intensità timbrica delle vesti e degli incarnati ha restituito all’immagine profondità e spessore, con esiti di un cromatismo squillante e luminoso, degno delle doti coloristiche di Strozzi.

    Grazie al restauro è stato inoltre possibile evidenziare precisi richiami al periodo genovese dell’artista, quali il ricorso alla composizione a mezze figure, di chiara memoria caravaggesca, il naturalismo spiccato dei volti e il gusto, quasi fiammingo, per la cura del dettaglio.

     

     

    Il dipinto, in tempi relativamente recenti, era stato rifoderato. Era stata inoltre effettuata una sommaria pulitura insieme a numerosi ritocchi, che si sono poi alterati cromaticamente.

    Appariva quindi sconsigliabile una nuova foderatura, nonostante l’imperfetta riuscita del precedente intervento. Opportuna, invece, si è rivelata una nuova pulitura, volta a recuperare la brillantezza dei colori originari. L’operazione è stata effettuata con molta attenzione, a causa della porosità della materia pittorica, ed è stata articolata in diverse fasi. Prima è stata tolta la patina superficiale e solo dopo si è proceduto con l’asportazione delle ridipinture più antiche (la manica dell’uomo a sinistra, la zona di fondo tra il medesimo e Cristo, tutti i bruni della zona inferiore, il corsetto di san Pietro). Si è poi consolidato il colore dal retro ed effettuata un’opera di manutenzione a tutto l’apparato di foderatura, per ovviare all’insufficiente tensionamento della tela.

    Il dipinto è stato quindi stuccato nelle lacune e coperto infine da un film di vernice protettiva.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni '92

    Sedici opere restaurate, a cura di Fernando Rigon, Vicenza 1992

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Ritratto funerario clipeato di Upsidia Chome

    scultura

    Ritratto funerario clipeato

    arredi e suppellettili

    Pugnale con fodero

    mosaico

    Mosaico pavimentale

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