L'ossuario in vetro fa la sua comparsa ad Altino a partire dalla metà del I secolo d.C. Caratteristico di contesti funerari di particolare prestigio, presente in numerosi esemplari e in molteplici tipologie, sembra inoltre proprio, se non esclusivo, delle sepolture femminili e infantili.
Olla-ossuario biansata. Sotto un orlo a doppia ribattitura sono elegantemente saldate due anse a nastro. Il collo è breve, ma la spalla è pronunciata e panciuta. Il ventre ovoidale si allunga e termina con un piede ottenuto dalla parete stessa spinta in fuori. Il fondo è concavo. L'olla, che era dotata di un coperchio vitreo di cui sono rimasti solo pochi frammenti, faceva parte di una tomba a cremazione, al cui corredo sono da attribuire anche uno spillone in osso e uno in bronzo, uno strumento da toilette pure in osso e alcuni chiodini in bronzo.
Olla-ossuario. L'olla ha il labbro voltato all'esterno, espanso e appiattito, la spalla larga, il ventre ovoidale e il fondo concavo. Nel contesto della medesima tomba va segnalata la presenza di un boccale monoansato che era stato già identificato come vaso-ossario, tuttavia il ritrovamento di un coperchio vitreo che ben si adatta all'olla in oggetto rimette in discussione la funzione di entrambi i reperti. Si può pensare dunque all'esistenza di due vasi-ossuario all'interno della stessa tomba, o che uno dei due (il boccale) fungesse da vaso di corredo, o ancora che l'olla fosse deposta all'interno del boccale stesso. Al corredo appartenevano anche un anello di ferro e due assi, rispettivamente di C. Gallius Lupercus e di M. Salvius Otho.
Grande kantharos. Da un punto di vista formale appare evidente l'imitazione di analoghi esemplari metallici: ha l'orlo ingrossato, su cui si saldano anse a nastro con apofisi (prominenze) a linguetta impostate a metà della parete, e breve piede troncoconico. Anse e piede sono modellati a parte e applicati a caldo. Le dimensioni ridotte fanno pensare che l'ossuario sia stato impiegato per una deposizione infantile, come del resto sembra confermare il confronto con altri reperti simili per grandezza.
Olla-ossuario biansata. L'olla era estremamente lacunosa. Si presentava in numerosissimi frammenti di ridotte dimensioni, ed era pressoché mancante del fondo. In passato era stata parzialmente ricomposta con colla non idonea. Si è proceduto quindi con lo smontaggio dei frammenti ricomposti e con la pulitura a tampone e a bisturi, ricomponendo poi il tutto con colla epossidica fluida, integrando le lacune con resina epossidica colorata, fatta colare nell'intercapedine appositamente approntata mediante l'accostamento di due fogli di cera fissati in corrispondenza dei vuoti da colmare. È stato quindi ricostruito il piede mancante: la presenza dell'attacco ha permesso di definirne con certezza la tipologia.
Olla-ossuario. L'olla si presentava in uno stato estremamente frammentario, e inoltre parzialmente ricomposta con colla non idonea. È stato utilizzato un procedimento del tutto analogo a quello descritto per il vaso precedente.
Grande kantharos. Il kantharos era già stato precedentemente sottoposto a un intervento di restauro negli anni Ottanta, ma presentava un diffuso ingiallimento della colla e delle integrazioni. Con impacchi di solventi organici e immersione prolungata in acetone si sono smontati i precedenti incollaggi e le precedenti integrazioni, procedendo poi alla pulizia dei frammenti e alla ricomposizione secondo la metodologia già illustrata per i precedenti reperti.
Redazione Restituzioni