La croce processionale è formata da un supporto ligneo coperto da lamine d’argento inciso e lavorato a sbalzo (ovvero modellato a rilievo, martellando dal rovescio la superficie). Sulla parte anteriore è raffigurato Cristo crocifisso affiancato da Maria e da san Giovanni; in alto vi è un angelo che sorregge un drappo, mentre, in basso, compare Abramo che esce dal Limbo. Sulla parte posteriore della croce è rappresentato l’Agnus Dei (Cristo come agnello sacrificale) circondato dai simboli dei quattro evangelisti (l’aquila allude a san Giovanni, il bue a san Luca, l’angelo a san Matteo e il leone a san Marco).
Nella costruzione attuale, l’opera in esame risulta un assemblaggio ottocentesco di parti medievali: essa fu composta da un orefice non identificato, che applicò su lamine metalliche di fondo, lisce, delle lamine più antiche d’argento lavorato, ritagliando le figure da una precedente croce processionale o da una copertura d’evangelario.
Il pezzo è conservato nella chiesa di San Simon di Vallada Agordina, nel bellunese, ed è riferibile a maestranze veneziane operanti nella prima metà del Trecento. Se alcuni caratteri stilistici e iconografici rinviano a modelli bizantini e duecenteschi, per altri aspetti la croce di San Simon riflette il rinnovato gusto gotico quale si diffonde in area veneta già all’inizio del XIV secolo – si vedano, ad esempio, il modellato delle figure morbidamente plasmato, con accentuazioni luministiche piuttosto che plastiche, o l’eleganza grafica nell’ideazione dei simboli degli evangelisti, in cui è chiaramente elusa la rigida frontalità dell’arte romanica.
Le lamine metalliche sono state smontate. Le lamine ottocentesche in ottone argentato, che presentavano ossidazioni di colore verde-azzurro, sono state dapprima sgrassate e poi pulite con l’impiego di sali di Rochelle (tartrato di sodio e potassio). Per eliminare gli aloni giallastri presenti sulle più antiche lamine in argento è stato utilizzato bicarbonato di sodio. Le lamine sono state quindi sottoposte a lavaggi in acqua demineralizzata e a disidratazione con l’uso di solventi e circolazione forzata d’aria calda. I consolidamenti delle fratture sono stati eseguiti con piccole lamine d’argento e saldatura a stagno. L’anima lignea è stata consolidata con cilindretti in legno, colla vinilica e stucco a legno. È stato ricostruito in argento un chiodo mancante nella mano sinistra di Cristo. Prima del rimontaggio della croce, le superfici sono state protette con vernice antiossidante.
Redazione Restituzioni