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    Torna a Restituzioni 1992

    Croce processionale

    Data: Prima metà del XIV secolo
    Artista: Orefice veneziano
    Tecnica/Materiale: Lamina d’argento incisa e sbalzata su anima in legno
    Dimensioni: 63 x 28 cm
    Collocazione: San Simon di Vallada (Belluno), Chiesa parrocchiale
    Edizione: Restituzioni 1992
    Autore scheda in catalogo: Anna Maria Spiazzi
    Restauro: Saskia Giulietti
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici del Veneto

    Risale ai tempi di Carlomagno la più antica menzione di una croce da processione portata davanti al papa o ad un alto personaggio della Chiesa. A partire dal X secolo, ogni altare dovette avere la sua croce: questa decisione fornì agli scultori e agli orafi l’occasione per creare mille forme di croci, di tutte le grandezze. Le più grandi si usavano nelle processioni. Edouard Urech

    Scheda breve

    La croce processionale è formata da un supporto ligneo coperto da lamine d’argento inciso e lavorato a sbalzo (ovvero modellato a rilievo, martellando dal rovescio la superficie). Sulla parte anteriore è raffigurato Cristo crocifisso affiancato da Maria e da san Giovanni; in alto vi è un angelo che sorregge un drappo, mentre, in basso, compare Abramo che esce dal Limbo. Sulla parte posteriore della croce è rappresentato l’Agnus Dei (Cristo come agnello sacrificale) circondato dai simboli dei quattro evangelisti (l’aquila allude a san Giovanni, il bue a san Luca, l’angelo a san Matteo e il leone a san Marco).

     

     

    Nella costruzione attuale, l’opera in esame risulta un assemblaggio ottocentesco di parti medievali: essa fu composta da un orefice non identificato, che applicò su lamine metalliche di fondo, lisce, delle lamine più antiche d’argento lavorato, ritagliando le figure da una precedente croce processionale o da una copertura d’evangelario.
    Il pezzo è conservato nella chiesa di San Simon di Vallada Agordina, nel bellunese, ed è riferibile a maestranze veneziane operanti nella prima metà del Trecento. Se alcuni caratteri stilistici e iconografici rinviano a modelli bizantini e duecenteschi, per altri aspetti la croce di San Simon riflette il rinnovato gusto gotico quale si diffonde in area veneta già all’inizio del XIV secolo – si vedano, ad esempio, il modellato delle figure morbidamente plasmato, con accentuazioni luministiche piuttosto che plastiche, o l’eleganza grafica nell’ideazione dei simboli degli evangelisti, in cui è chiaramente elusa la rigida frontalità dell’arte romanica.

     

     

    Le lamine metalliche sono state smontate. Le lamine ottocentesche in ottone argentato, che presentavano ossidazioni di colore verde-azzurro, sono state dapprima sgrassate e poi pulite con l’impiego di sali di Rochelle (tartrato di sodio e potassio). Per eliminare gli aloni giallastri presenti sulle più antiche lamine in argento è stato utilizzato bicarbonato di sodio. Le lamine sono state quindi sottoposte a lavaggi in acqua demineralizzata e a disidratazione con l’uso di solventi e circolazione forzata d’aria calda. I consolidamenti delle fratture sono stati eseguiti con piccole lamine d’argento e saldatura a stagno. L’anima lignea è stata consolidata con cilindretti in legno, colla vinilica e stucco a legno. È stato ricostruito in argento un chiodo mancante nella mano sinistra di Cristo. Prima del rimontaggio della croce, le superfici sono state  protette con vernice antiossidante.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro, recto, particolare

    Prima del restauro, verso, particolare

    Prima del restauro, verso, particolare

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro, recto

    Dopo il restauro, verso

    Approfondimenti

    Restituzioni '92

    Sedici opere restaurate, a cura di Fernando Rigon, Vicenza 1992

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Ritratto funerario clipeato di Upsidia Chome

    scultura

    Ritratto funerario clipeato

    arredi e suppellettili

    Pugnale con fodero

    mosaico

    Mosaico pavimentale

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