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    Cinque reperti bronzei decorati a smalto e vetro millefiori

    Data: II-III secolo d.C.
    Tecnica/Materiale: Lega di rame e zinco con una percentuale di stagno (ottone) e vetro (smalto champlevé, millefiori)
    Dimensioni: 0,7 x 2,4 x 2,2 cm (2,15 cm il piano smaltato), spess. pareti metalliche 0,08 cm; peso 9,9 gr
    Provenienza: Varia
    Collocazione: Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Cristiano (vetrina 9, inv. 64235;)
    Edizione: Restituzioni 2011
    Autore scheda in catalogo: Claudia Lega
    Restauro: Agnès Gall-Ortlik con la direzione di Claudia Lega (Musei Vaticani)
    Ente di Tutela: Musei Vaticani

    … Oceano, dal quale scaturiscono tutti i fiumi e tutto il mare e tutte le fonti e i grandi pozzi. (Iliade, XXI, 196-197)

    Scheda breve

    I cinque reperti bronzei, decorati a smalto e vetro millefiori, appartengono a una serie di manufatti, di epoca romana, di cui non è nota la provenienza.

    Si tratta di un’applicazione lavorata a giorno con testa di Oceano, circondata da delfini natanti, e una placchetta con decorazioni vegetali, suggestive e rare sia per la forma che per il repertorio ornamentale. Gli altri tre manufatti corrispondono a tipologie più diffuse e note, nonostante la presenza di alcuni dettagli che li distinguono nell’ambito della loro classe di appartenenza: una scatola-sigillo; un’applicazione in forma di disco e una presunta fibula. 

     

    L’ornato a millefiori, tecnica introdotta nella seconda metà del II secolo d.C. ca (o tardo II secolo d.C.), non appartiene alla tradizione romana e va ricondotta all’area di produzione dell’Europa continentale centrale e della Britannia. In ambito italiano, se si eccettuano alcune zone dell’Italia settentrionale e dell'arco alpino, di scarsa entità sembrano le attestazioni nella zona peninsulare.

    In questo contesto i cinque reperti vaticani, situabili intorno al II-III secolo d.C., acquisiscono un certo rilievo: per quanto sia ignoto il luogo di rinvenimento, è apaprso plausibile supporre una loro provenienza da Roma, come suggerisce la presenza di malta sul retro, in alcuni dei reperti, che ha consentito di ipotizzare un ritrovamento nelle catacombe. La presenza di queste produzioni a Roma è stata tradizionalmente correlata all’elemento militare: nell’Urbe, infatti, erano dislocati numerosi militari provenienti dalle zone provinciali d’oltralpe. Tali presenze, tuttavia, possono anche essere spiegate con il fatto che Roma rappresentava il principale mercato dell’impero, dove avrebbero potuto confluire manufatti appartenenti a genti di diverse tradizioni culturali e di varia provenienza geografica.

     

    Prima del restauro i manufatti presentavano depositi di polvere e sporcizia accumulatisi negli anni. 

    Gli smalti e il vetro millefiori, attraversati da una rete di microfratture, si presentavano lacunosi in molti punti. Sulle parti metalliche erano accumulati prodotti di corrosione e, a eccezione della scatola-sigillo, gli smalti e il metallo dei reperti erano coperti da protettivi (soprattutto cera) degradati e opacizzati, segno di precedenti interventi conservativi. Le operazioni di ripristino, accompagnate da una serie di analisi diagnostiche, hanno previsto un primo trattamento di pulitura generale della superficie degli smalti con acqua demineralizzata e del metallo con etanolo e acetone. Successivamente si è proceduto alla rimozione dei prodotti stesi sulle superfici nei precedenti restauri e all’eliminazione dei prodotti di corrosione del metallo con il ricorso a uno specifico gel. L’eliminazione della cera e dei depositi sulla superficie dei reperti ha permesso il recupero della superficie originaria del metallo. Non la cera infiltrata nella rete complessa delle fratture degli smalti, per l’importante funzione consolidante che essa svolge.

    Il restauro si è concluso con l’applicazione di una cera microcristallina, applicata a freddo a pennello, che  protegge il metallo dall’umidità e ne consente la lucidatura.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    La placca prima del restauro

    Applicazione per cuoio con testa di Oceano prima del restauro

    L’applicazione circolare prima del restauro

    La fibula prima del restauro

    Coperchio di scatola-sigillo. Prima del restauro

    Durante
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    Durante

    Placca rettangolare. Durante il restauro, faccia anteriore, particolare: tracce dell’antico protettivo ingiallito

    Placca rettangolare. Durante il restauro, faccia anteriore, particolare: smalto rosso alterato

    Placca rettangolare. Durante il restauro, faccia anteriore, particolare: millefiori alterato

    Applicazione per cuoio con testa di Oceano. Durante il restauro, faccia posteriore

    Applicazione per cuoio con testa di Oceano. Durante il restauro

    Applicazione circolare con decorazioni geometriche. Durante il restauro, faccia posteriore con residui di malta e vecchia etichetta inventariale

    Applicazione circolare con decorazioni geometriche. Durante il restauro, faccia anteriore, particolare: smalto e millefiori alterati

    Fibula (?) circolare. Durante il restauro, faccia posteriore con residui di malta; al centro la placca in ferro fermata dal chiodo e presso il bordo la staffa a ‘T’

    Durante il restauro, faccia posteriore, particolare: tracce d’oro

    Fibula (?) circolare. Durante il restauro, faccia posteriore, particolare: tracce di cera e resti della vecchia etichetta inventariale

    Placca rettangolare. Durante il restauro, faccia posteriore con depositi di cera

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    I cinque reperti dopo il restauro

    Applicazione per cuoio con testa di Oceano, dopo il restauro

    Coperchio di scatola-sigillo. Dopo il restauro

    Applicazione circolare con decorazioni geometriche. Dopo il restauro

    Fibula (?) circolare. Dopo il restauro

    Placca rettangolare. Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2011

    Tesori d’arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Venezia 2011

    Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato

    a cura di Marco Ciatti, Magnolia Scudieri, Firenze 2011

    Altre opere dell'edizione

    oreficeria

    Altarolo di devozione privata a tabernacolo

    Atelier orafo della Francia nord-orientale (area franco-fiamminga?)

    scultura

    Coppia di ritratti

    oreficeria

    Collana in oro e granati

    scultura

    Busto di Atena

    http://www.restituzioni.com
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