Sullo sfondo di un cielo azzurro e nebbioso, rischiarato da una luce rosata, le imponenti figure di Cristo e del Battista dominano la centralità dello spazio.
Cristo, con i piedi immersi nelle basse acque del Giordano, si curva sotto il recipiente d’acqua che Giovanni, posto leggermente più in alto, gli versa sul capo. Mancano i rifermenti neotestamentari alle folle dei sadducei e farisei che avrebbero assistito al Battesimo di Cristo, sostituite invece dalla presenza di due angeli a sinistra, che guardano la scena quasi intimoriti. Dalla parte opposta, in basso, fanno da contrappunto le figure a mezzo busto dei committenti, Bartolomeo e Giovanni Stravazzeno. Dall’alto discende, accompagnata da due putti, la colomba dello Spirito Santo, irraggiata da una nube luminosa che scivola sul corpo del Salvatore.
Il Battesimo di Cristo è un soggetto trattato varie volte da Paolo Veronese, con diversi esiti.
La versione del Redentore è stata associata alla redazione per la Sacrestia di San Sebastiano a Venezia. Tuttavia la paletta del Redentore si differenzia per le misure più ridotte e per l’eliminazione quasi totale del paesaggio, accennato appena nelle esili fronde d’albero sulla destra. In realtà la struttura del gruppo di figure è estremamente più dinamica nel dipinto del Redentore; si tratta, infatti, di una delle raffigurazioni del soggetto più riuscite, da parte dell’artista, in un momento in cui il suo linguaggio aveva acquistato quella luminosità e chiarezza del colore, che caratterizza le opere centrali dell’attività dell’artista.
Il dipinto presentava un’aggiunta perimetrale (3 cm) alla base e ai lati, estesa agli angoli della parte alta, che trasformava il formato centinato in rettangolare. Una precedente pulitura aggressiva aveva inoltre impoverito la materia pittorica, la cui lettura risultava ulteriormente ostacolata da una serie di ridipinture e vernici alterate.
Il restauro ha quindi previsto una nuova operazione di pulitura, volta a rimuovere le varie vernici ossidate e i restauri più tenaci. Successivamente, dopo la rimozione dal telaio, il dipinto è stato leggermente stirato; il telaio, invece, è stato ripulito e disinfestato e riutilizzato dopo l’applicazione di una nuova doppia foderatura. Sono state quindi risarcite le varie lacune, effettuata la reintegrazione pittorica e abbassate a tono neutro le aggiunte angolari.
L’intervento si è concluso con la stesura, a mezzo di nebulizzatore, di un sottile film di vernice per ristabilire l’omogeneità di riflessione.
Redazione Restituzioni